Il Sistema di Sanificazione della Soluzione Salina: Quale scegliere e perché

Prima di parlare dei vari sistemi di sanificazione della soluzione in cui ci si immerge ogni volta che si fa Floating è bene definire cos'è questo incredibile mezzo.

La soluzione salina è composta da una percentuale in peso variabile di Sale di Epsom (Solfato di Magnesio) e acqua. Il Solfato di Magnesio viene utilizzato per aumentare il peso specifico della soluzione e la spinta idrostatica che agisce su tutto quello che vi è immerso: insomma è più densa.

La soluzione salina deve essere mantenuta costantemente alla temperatura sella superficie della nostra epidermide per le ovvie ragioni di de-sensibilizzazione del contatto con essa: idealmente 34,8 °C.

La quantità di sale disciolto in essa è molto elevata e va dal 27,5-30% (peso specifico 1,275-1,30 kg/litro) e quindi molto vicina al punto di saturazione che a sua volta varia a seconda della temperatura: per temperature inferiori a 24 °C il sale disciolto in essa tende a precipitare sotto forma di cristalli. Se aumentiamo oltre il 30% la salinità alla temperatura di 34,8°C il sale tende a precipitare sotto forma di cristalli.

La soluzione deve essere limpida, trasparente, incolore e inodore: esteticamente accettabili (per quello che ci riguarda: ineccepibili).

Dal punto di vista biologico/sanitario/igienico non esistono patogeni (Funghi, Virus, Batteri) che riescano a sopravvivere o proliferare ad una salinità superiore al 16%, per cui, anche se per molti potrà sembrare strano, non è necessariamente questo il motivo per cui la soluzione debba essere trattata. Questa è una differenza fondamentale quando si parla con l'ufficio Igiene competente in quanto il benchmark di confronto che la maggior parte delle persone utilizza è quello della piscina pubblica dove, a prescindere dall'afflusso di persone, l'acqua non ha una salinità che supera il 1,3% e quindi se non venisse trattata con sistemi di sterilizzazione che diano anche una consistente "sterilità residua", cioè quella sterilità insita nell'acqua in qualunque punto la si misuri all'interno della piscina pubblica, sarebbe una fonte di patogeni potenzialmente molto pericolosa, da qui l'utilizzo di massicce quantità di Cloro o Bromo.

Appare quindi chiaro che il sistema di trattamento della soluzione salina abbia quindi in prima battuta solo il compito di mantenere la stessa in condizioni esteticamente accettabili in quanto biologicamente già sterile di per se.

La quantità di soluzione presente all'interno di una vasca di Floating ed il suo sistema idraulico varia da 800 a 1100 litri a seconda del modello. Il tempo durante il quale tale soluzione debba essere 

Il PH cioè il riferimento acido/base della soluzione deve essere mantenuto in un determinato range che dipende anche dal sistema di ossidazione che viene utilizzato solitamente 6,8-7,3. Come riferimento l'acqua distillata ha PH 7.

L'immersione da parte dell'utente all'interno della vasca di Deprivazione Sensoriale Floating Galleggiamento o come la si voglia chiamare, comporta il rilascio di sostanze organiche come, cellule morte della cute, capelli, peli, muco, saliva, eventuali creme, make up, prodotti per capelli, pulviscolo, residui di sapone e sciampo e ahimè qualche scellerato volesse farlo anche urina (noi per questo utilizziamo un tracciante). Tali sostanze contendono composti organici solforati e azotati che se non venissero prontamente eliminati, tenderebbero a degenerare facendo scadere le caratteristiche estetiche della soluzione salina diventerà opaca, si colorerà ed infine comincerà ad avere cattivo odore.  

Allora come fare per gestire diciamo 900 litri di soluzione per farle manette inalterate le caratteristiche estetiche dette ed abbattere le eventuali sostanze estranee che potrebbero anche raggiungere concentrazioni importanti visto il limitato volume della soluzione salina: solitamente questo lo si fa filtrandola per abbattere le sostanze in sospensione e la si tratta con mezzi ossidanti per salificare le sostanze organiche contenute in essa.

Il tutto va fato durante il turn over fra un cliente ed il successivo: in un tempo che va dai 10 ai 15 min al massimo, ovvero lo stesso tempo che l'inserviente impiega a sanificare la vasca di Floating, la doccia e la stanza di floating in cui è contenuta la vasca di Floating.

Si capisce quindi che l'impianto deve essere molto, molto performante in termini di filtrazione e ossidazione. Analizziamo adesso i due aspetti.

Filtrazione: solitamente si usano filtri a cartuccia o a sabbia o a calza o un mix degli stessi. Il grado di filtrazione dipende sia dalla finezza del filtro (1, 5, 10, 15, 20 Micron)  sia dalla superficie filtrante, sia dalla velocità con cui il filtro viene attraversato dalla soluzione: idealmente bassa velocità, elevata superficie, massima finezza. Praticamente siccome non volgiamo utilizzare filtri, tubazioni e pompe giganteschi si raggiunge un compromesso scegliendo pompe che vanno da 0,75 a 1,5 kW e filtri con una superficie filtrante che va da 9 a 15 mq con portate pompa che vanno da 9 a 16 m3/h.

Float & Co utilizza due stadi di filtrazione 10 micron e 1 o 5 micron alternati con la sorgente ossidane ponendo il filtro con mash più fine a valle..

Ossidazione: ci sono svariati sistemi/sorgenti ossidanti. Elenchiamo qui quelli più comuni andando dai meno performanti in termini di ossidazione ai più performanti; 

Cloro/Bromo sono tossici (cloro e bromo ammine) e quasi mai utilizzati per il Floating, solitamente addizionati come soluzioni acquose alla soluzione salina mediante pompe peristaltiche o pasticche che disciogliendosi liberano i composti. Danno Sterilità Residua Elevata

Perossido d'Idrogeno (acqua Ossigenata) solitamente addizionato come soluzione acquosa (con concentrazioni che vanno dal 35 al 60%) alla soluzione salina mediante pompe peristaltiche o pasticche che disciogliendosi liberano perossido. Il perossido d'Idrogeno è molto sensibile con la temperatura e sopra i 26 °C  si disgrega molto rapidamente e per questo motivo, qualora venga utilizzato come unica sorgente ossidante, considerando la temperatura alla quale deve essere mantenuta la soluzione (34,8°C), ne servono quantità importanti e sopratutto la Sterilità Residua che può offrire è bassa. NON genera tuttavia composti tossici come Cloro e Bromo.

Ozono: di gran lunga il più potente dei precedenti solitamente viene prodotto un particolari generatori a plasma ed addizionato alla soluzione salina mediante un venturi che va opportunamente tarato e regolato in base alla portata per mantenere il tubo di venturi innescato; cosa un po delicata da fare e che necessita di continui controlli e aggiustamenti man mano ce i filtri tendono a riempirsi. Anche l'Ozono è molto sensibile con la temperatura e al PH e sopra i 28 °C e PH > 7,8 e vista la temperatura a cui deve essere mantenuta la soluzione (34,8°C), perde molto di efficacia dal punto di vista della Sterilità Residua ma è comunque molto, molto più efficace dei precedenti per l'ossidazione puntuale. Una parziale sterilità residua può essere raggiunta abbinando in cascata un dispenser di perossido d'idrogeno.Anche l'Ozono NON genera tuttavia composti tossici come Cloro e Bromo.

Spesso vediamo l'Ozono abbinato in tandem a lampade UV, questo perché la lampada UV favorisce la rotture dei legami dei 3 ossigeni della molecola di Ozono trasformandoli in 3 radicali liberi O° aumentandone drammaticamente l'efficacia ossidativa. Ovviamente la lampada UV ha poi qualità sterilizzanti molto elevate per la capacità di distruggere il DNA contenuto in batteri, funghi e virus.

Fotocatalisi: è la sorgente ossidante puntuale di gran lunga più potente disponibile sul mercato. Il suo potere salificante è eccezionale. L'agente ossidante è costituito da radicali OH° che vengono prodotti facendo passare la soluzione all'interno di lampade UV circondate da un catalizzatore a base di Titanio. Non necessita di alcun aggiustamento o controllo assiduo, manutenzione limitata alla sostituzione delle lampade UV dopo 14.000 ore (praticamente mai), non è influenzata dalla portata e questo permette di poter utilizzare basse velocità di flusso attraverso i filtri a tutto vantaggio di un'aumentata efficienza di filtrazione. Una parziale sterilità residua può essere raggiunta abbinando in cascata un dispenser di perossido d'idrogeno.

La Fotocatalisi con filtrazione in tandem ( 10 / 1 micron) è la soluzione scelta da Float & Co Srl per le vasche della serie Theta 1 e 2 versione top di gamma.

A questo punto è assolutamente superfluo dire che la soluzione salina così trattata viene anche sterilizzata dalla sorgente ossidante.

Solitamente a seconda della sorgente ossidante sono necessari un certo numero di passaggi del volume totale della soluzione che variano da 2 a 4 volumi da realizzarsi durante il turn over.

Spero che queste considerazioni vi siano utili nelle vostre scelte.

Stay Tuned e keep floating!

Ing. Paolo Petracchi

MD Float & Co Srl