Mi sono poi imbattuto per puro caso in un interessante articolo che ho tradotto dall’inglese originariamente scritto da un monaco cinese Guo Gu sugli insegnamenti del Buddha, leggendolo sono venute fuori evidentissime analogie fra quanto descritto e quello che accade nella pratica ricorrente del Floating.
Il bisogno di comprendere sempre il perché delle cose, figlio della mia formazione ingegneristica, è stato soddisfatto da quanto esposto in questo articolo: “un’illuminazione” che mi ha permesso di unire e spiegare come in una “una teoria del tutto” quello che accade alla nostra mente durante una sessione di Floating, il perché durante la meditazione si attraversino livelli sempre più profondi di coscienza, le esperienze del sentirsi parte del tutto, l’unicità, l’assenza, il vuoto, la non mente e i sottili stati di Samadhi e di come questi siano in relazione con le nostre onde cerebrali e con la risonanza di Schumann e le frequenze ad essa associate.